MOMA

MOMA

mercoledì 1 febbraio 2006

ITINERARIO DI VIAGGIO E CONSIGLI PER IL MYANMAR


CONSIGLI

· NON CAMBIATE SOLDI IN AEREOPORTO!!! Il tasso applicato è quello governativo, circa 1/4 di quanto riuscirete ad ottenere dei cambiavalute in città.

· Organizzate un itinerario di massima e fatevi prenotare alberghi e, soprattutto, aerei da un agenzia del posto, di Yangon: riuscirete a spuntare un buon 30% sul prezzo degli alberghi e circa la metà sul costo del volo aereo. Volendo fare tutto da soli spenderete di più. Noi abbiamo detto al nostro amico i nostri gusti in fatto di alberghi, le date indicative e, di volta in volta, tramite fax chiedevamo di aumentare 1 notte in questo o quell'hotel. Stessa cosa per gli aerei. Io consiglio Peace House Travel, agenzia piena di giovani e con un buon rapporto qualità/ prezzo (vedi www.unviaggiatoremidisse.it/link).
· Ho utilizzato la guida Lonely Planet per un progetto di massima: parlate con la gente, fatevi consigliare posti dove mangiare, cosa vedere, per uscire dal percorso più battuto, per vedere posti incantevoli non segnalati. Per i ristoranti siamo andati "a naso", solo posti frequentati dalla gente del posto, con l'unica accortezza di entrare dove c'era tanta gente.
· Utilizzate gli aerei per gli spostamenti interni: è vero che in autobus o auto si vive di più la realtà del posto, ma quando impiegate 8 ore spendendo 35 dollari per un tragitto di 120 chilometri, contro 30 minuti e 35-40 dollari, forse inizierete a cercare le comodità, soprattutto se il tempo a disposizione è poco.
· Ho volato con Air Mandalay e Air Bagan, evitando bene la compagnia di bandiera starale (Myanmar Airways) per questioni etiche e se tenete alla vostra vita.
· Se un taxista vi sconsiglia un hotel, non necessariamente lo fa perchè ha guadagna nel portavi in un altro: probabilmente lo fa perchè è gestito dallo stato.
· Rifiutate l'embargo turistico, in questo modo togliete la maggiore fonte di reddito per la popolazione birmana. Evitate però tutto ciò che è gestito dallo stato (nei limiti del possibile).
· Parlate con la gente, evitando la politica almeno in prima battuta. Entrando in confidenza potrete parlare di tutto.

COSTI

· Il volo incide per quasi il 50%, circa 930 euro andata e ritorno con volo Roma- Bangkok- Yangon;
· in un hotel di buona qualità (paragonabile ad un nostro 3 stelle), una doppia pulita con bagno in camera e colazione (sontuosa!!) costa dai 25 ai 35 dollari;
· per mangiare bene (BENE!!) e uscire sazi nei ristoranti frequentati dalla gente del posto si spende circa tra 1 e 2 dollari a testa (a Mandalay siamo riusciti a mangiare divinamente per 1 dollaro in due);
· una corsa media in taxi, da un punto all'altro della città, circa tra 1 e 2 dollari;
· contrattate, contrattate, contrattate, senza dimenticare che a noi 1 dollaro non cambia la vita, in Myanmar permette di vivere!


25 luglio 2005 YANGON

Arrivo in mattinata via Bangkok con volo Thai Airways. Ci viene a prendere Frankie, dell'agenzia Peace House Travel, che abbiamo contattato dall'Italia per organizzare insieme l'escursione nel Kachin State. Giriamo a caso per Yangon. Cena offerta da Peace House Travel con Frankie in un ristorante per turisti, con spettacolo di danza tradizionale birmana e gruppone di italiani con videocamera, macchine digitali e pantaloni di cotone, camicia Ralph Lauren e maglione buttato sulle spalle. Impongo a Frankie di non far capire che siamo italiani!! Da quella sera ci porterà solo in ristoranti del posto, dove il menù, se c'è, è rigorosamente birmano e dove un turista medio non si sognerebbe mai di entrare. Pernottamento al Grand Plaza Park Royal, ottimo 4 stelle dietro il Bogyoke Aung San Market (90$, ma l'agenzia ha voluto fare bella figura).
26 luglio MYINTKYINA

Trasferimento in mattinata con volo aereo Air Bagan via Mandalay, tre ore in tutto. Arrivo in tarda mattinata. In moto alle sorgenti dell'Ayeyarwaddy, poi visitiamo la Hsu Taung Pye Zedidaw, un'esplosione di colori all'ingresso, un grande mappamondo circondato da statue di monaci con il contenitore delle offerte. Cena al River View Restaurant, con tanto di vista fiume. Pernottamento al Pantsun Hotel, unico hotel di Myintkyina, vicino ad un Internet Point (connessione a 34 kbs, solo 2 linee in tutto il paese, vietati i siti Yahoo, Google, ecc.).
27 luglio BANMAW (BHAMO)

Trasferimento in auto lungo la Ledo- Burma Road, circa 6 ore e mezzo per un centinaio di miglia d'inferno (75 $). Arrivo a Banmaw nel pomeriggio. Ottima cena al Sein Sein Restaurant, di fronte al cinema in Strand Road. Pernottamento Friendship Hotel, buon hotel in stile cinese, camere enormi e pulite.

28 luglio BANMAW
Andiamo a trovare U Sein Win, la "guida" del paese a casa e con lui visitiamo la Nyaung Pin Yat Pre- School di Banmaw (un asilo fino ai 4 anni). In barca ci dirigiamo circa 7 miglia a nord- ovest di Banmaw a Thein Phar Hill, un monastero buddhista per monaci e monache, un oasi di pace e tranquillità. Parliamo piacevolmente con la monaca per un'oretta, prima di tornare in paese. Cena ancora al Sein Sein Restaurant. Pernottamento Friendship Hotel.
29 luglio DISCESA AYEYARWADDY

Partenza alle 7.00 con la motonave dell'Inland Water Transport, destinazione Mandalay. Vale l'escursione nel Kachin State il tratto di fiume tra Banmaw e Shwegu, 1 ora di traversata in mezzo alle gole. Pernottamento sulla nave ($ 54 a testa la cabina doppia di prima classe, l'unica a poter ospitare gli stranieri. Il bagno è in comune ogni 4 cabine).
30 luglio MANDALAY

Arrivo a Mandalay alle 9.45 dopo quasi 27 ore di viaggio. Visita Kyauktawgyi Paya, Sandamani Paya, Atumashi Kyaung e Shwenandaw Kyaung, luoghi sacri ai piedi della Mandalay Hill. Cena in un ristorante anonimo gestito da cinesi con dei noodle favolosi (1 $ in due), dove sarebbe dovuto esserci il Lashio Gyi Restaurant. Pernottamento al Mandalay City Hotel (30 $ la doppia, ottimo hotel a 10 minuti di bicicletta dalla Mandalay Hill).
31 luglio CITTA' IMPERIALI: SAGAING, INWA E AMARAPURA

Escursione in taxi (circa 10 $ per tutto il giorno) alle Città Imperiali. Nell'ordine Sagaing, 20 km a sud- ovest di Mandalay e la sua collina da cui si dominano tutte le città imperiali. Attraversiamo l'Ayeyarwaddy con una barca per vedere Inwa, Ava nell'antichità, città assolutamente imperdibile da visitare con uno dei tanti calesse presenti all'attracco. Ultima città, Amarapura, con il suo lunghissimo ponte in teak (oltre un chilometro). Per l'accesso alla zona archeologica di Mandalay, Inwa, Amarapura, si paga un unico biglietto di 10 $, per Sagaing e Mingun 3$. Cena al Mann Restaurant, così pieno di stranieri che è meglio evitarlo a meno che non si vogliano scambiare consigli di viaggio. Pernottamento al Mandalay City Hotel.
01 agosto CITTA' IMPERIALI: MINGUN. MANDALAY

Prendiamo un battello (circa 3$, 1 ora all'andata e 45 minuti al ritorno) per andare a Mingun, sicuramente la più bella tra le città imperiali con la sua incompiuta Mingun Paya, un gigantesco cubo rosso con una porta bianca frontale. Torniamo nel primo pomeriggio a Mandalay pee il tour de force finale, peccato abbiamo l'aereo prenotato per il giorno dopo, per gustarsi con calma Mandalay servono 2-3 giorni pieni. Visitiamo la Mahamuni Paya con il suo Buddha ricoperto da 15 cm di foglie d'oro; il Palazzo Reale (bello perchè siamo gli unici, altrimenti più interessante la vista dall'alto della Mandalay Hill che il suo interno tutto ricostruito); la Kuthodaw Paya, il libro più grande del mondo (attenzione a non confonderla con la Paya accanto, la Sandamani Paya, a mio parere più d'effetto); la Mandalay Hill: 951 scalini, 40 minuti di sudore per arrivare in cima passando per diverse Paya intermedie: imperdibile la vista dalla sommità. Evitate di prendere l'ascensore che sale dal lato est e che vi porta in un attimo in cima, il bello è proprio salire pian piano.
Cena al ristorante accanto al Lashio Gyi. Pernottamento al Mandalay City Hotel.
02 agosto LAGO INLE

Alle 9 prendiamo l'aereo che in 25 minuti ci porterà a Heho (32$ a persona), l'aereoporto più vicino al Lago Inle, nello Stato Shan: sono un centinaio di chilometri che in auto verrebbero coperti in oltre 7 ore per una spesa di poco inferiore. Da Heho a Nyaungswe, il villaggio a nord più vicino al Lago Inle, 1 ora di taxi (circa 15$). Il villaggio è costituito da due strade che si incrociano, stile Far West. Il soggiorno al Lago Inle è soggetto ad una tassa di 3$ a persona.Ceniamo al Golden Kite, che si spaccia come il ristorante birmano che cucina i migliori piatti italiani in Myanmar: sicuramente merita, non abbiamo provato le pizze che il proprietario birmano ci ha pregato di provare per dargli consigli, avendo messo il forno da pochi giorni. Pernottamento all'Inle Regal Resort, 15 minuti di barca a motore da Nyaungswe, un albergo sul lago costituito da splendide palafitte in legno molto curate e spaziose (40$ la doppia). 2 pecche: quando siamo stati noi era in ristrutturazione, quindi falegnami ovunque; per andare in paese bisogna prendere affittare una barca (circa 4$ a tratta).
03 agosto LAGO INLE

Gita sul Lago Inle (10$ circa per la barca che porta in giro solo noi due dalle 8 alle 16). Personalmente, non ho un buon ricordo del Lago Inle, troppo turistico, la barca fa la spola tra un villaggio e l'altro lasciandoti davanti alle fabbriche di seta, cheerot, ferro battuto, con tanto di lavoratori in posa per le fotografie di rito. Troppi turisti, troppo turistico, poca spontaneità nei posti incontrati. Si salva solo la visita del villaggio in cui si tiene il mercato (la sede cambia ogni giorno con una periodicità di 5 giorni) e girare tra le lagune del lago, costeggiando le case, i monasteri e i ristoranti costruiti sull'acqua. Ceniamo a Nyaungswe al Hu Pin Restaurant, migliore ristorante cinese del posto, effettivamente buono. Non cercate il tanto reclamizzato Big Drum Restaurant, perdete solo 30 minuti di cammino per trovarvi davanti l'insegna che penzola da un palo. Pernottamento all'Inle Regal Resort.
CONSIGLIO: se pernottate sul lago e non volete farvi derubare dalla barca dell'hotel, contattate una delle tante agenzie vicino al canale che porta sul lago Inle. Attenzione però a rispettare l'orario che stabilite. A noi è capitato, dopo cena, di tardare di 10 minuti e abbiamo trovato l'agenzia chiusa. Spiegazione: non ci hanno visto arrivare e sono andati a mangiare. Peccato che stava facendo buio. Il risultato è che abbiamo fatto la traversata del lago completamente al buio, senza nemmeno una torcia elettrica, fidandoci esclusivamente dei sensi del barcaiolo. Molto emozionante, a meno che soffriate di claustrofobia (provate a stare in mezzo all'acqua con il buio più profondo che possiate mai vivere, senza luna nè stelle!!) o di attacchi di panico.
04 agosto TRASFERIMENTO LAGO INLE- BAGAN

Giornata persa nel trasferimento dal Lago Inle a Bagan. L'aereo della mattina è stato spostato al pomeriggio e atterrerà a Mandalay. Dovremo attendere 3 ore per prendere un altro aereo che ci porterà a Bagan (25 minuti circa). Costo totale 48$ a persona. Trasferimento aereoporto- hotel in taxi (circa 3-4 $). Pernottamento al Bagan Thande Hotel, meraviglioso hotel in Old Bagan, in mezzo ai templi, al modico costo di 25$ il bungalow doppio. Splendida la vista dei bungalow de- luxe (costo di circa 70-80$) sull'Ayeyarwaddy .
05 agosto BAGAN

I templi del sito archeologico (10$ la tassa da pagare) di Bagan sono divisi in tre località: Old Bagan, New Bagan e Nyaung U. Il massimo è affittare una bicicletta (1,5 $ al giorno) per godere della piena libertà: le distanze non sono proibitive (30 minuti di pedalata lenta tra Old Bagan e New Bagan, altrettanti tra Old Bagan e Nyaung U. L'unica fatica sono i falsi piani e il caldo mortale di agosto!!), il panorama mozzafiato. A Old Bagan visitiamo il Thatbyinnyu Pahto, il più alto e, tutto sommato, il meno interessante. Sicuramente migliore l'Ananda Pahto, il più bello e meglio conservato. Sulla strada che porta a sud verso New Bagan ci sono il Dhammayangyi Pahto, il più grande, e nel villaggio di Myinkaba, a metà strada, la Manuha Paya, che da sola merita la visita per i 2 enormi Buddha contenuti in stanze piccolissime, per dare un senso di prigionia tale e quale quella provata dal re che la fece costruire dopo essere stato liberato dai carcerieri. Il paese di New Bagan merita una visita per i negozi di lacche, in particolare U Ba Nyein, per il resto non ci sono templi. Il tramonto lo vediamo dalla Minyengu Paya, in Old Bagan: chiedendo negli hotel vi diranno che non si può accedere alle terrazze più alte dei templi perché sono chiuse per sicurezza, ma avvicinate un guidatore di calesse o uno dei tanti ragazzini che vendono souvenir per farvi dire quale è aperto. Gustiamo una maestosa cena birmana (oltre 10 portate per meno di 5 $ in due al Win Thein Gi Restaurant, poco fuori le mura di Old Bagan. Per tornare in hotel dopo il tramonto, munitevi di torce elettriche: non esistono lampioni e la strada è molto trafficata. Pernottamento al Bagan Thande Hotel.

06 agosto MONTE POPA

Oggi escursione al Monte Popa in taxi (20 $, 1 ora e mezza), attraverso una piana desertica puntella ta qua e là da macchie di vegetazione, palme da zucchero, soprattutto (ogni taxi si ferma presso una delle tante fabbriche di zucchero sulla strada). Il Monte Popa è un vulcano spento cui sembra sia stata tagliata la sommità: in cima è sorto un agglomerato di templi e paya. Per accedervi ci si arrampica per 20 minuti su una scalinata, ben più ripida di quella della Mandalay Hill. Oltre al simpatico villaggio sorto alla base del vulcano, ciò che caratterizza il Monte Popa è la quantità di scimmie che girano liberamente per la scalinata e che fanno da padrone, avvicinandosi, tirandoti i pantaloni per avere da mangiare. Se diventano moleste, guardatele negli occhi e sfidatele, ma non siate violenti, se non volete trovarvi sommersi da decine di scimmie dalle intenzioni bellicose. Come anche alla Mandalay Hill, il bello è nell'ascesa alla sommità: in cima si trovano le solite paya anche se, qui, grande spazio è dato ai Nat, gli "spiriti" della tradizione buddhista. Nel pomeriggio relax in piscina, immersa tra i templi di Old Bagan, dove tiriamo fino a tardi. Imperdibile il tramonto sull'Ayeyarwaddy. Questa sera cena al Sarabha Restaurant, turistico (ci sono le tovaliette di stoffa). Pernottamento al Bagan Thande Hotel.

07 agosto BAGAN

Di tutti i templi verso Nyaung U (e probabilmente di Bagan), il più bello è sicuramente la Swezigon Paya, un cono color oro e rosso. Per gli amanti dell'arte antica, accanto a questa paya c'è il Kyanzittha Umin, tempio buio con dipinti murali dei Tartari, risalenti a oltre 800 anni fa. Merita una visita anche Nyaung U, piena di ristoranti occidentali (fanno bella mostra di sè le insegne che reclamizzano ravioli, pizza e fettuccine). Il mercato è il solito delirio di gente, mercanzia di poco valore (per noi, purtroppo, per queste persone con un dollaro dano da mangiare per un giorno all'intera famiglia!) e cibo venduto senza le più elementari norme igieniche. Cercate bene sulla strada che dal mercato porta alla Swezigon Paya e troverete l'insegna della "National League for Democracy", dietro un cancello arrugginito chiuso da un lucchetto e coperto da una vegetazione ormai incolta (l'unica altra sede l'ho vista a Banmaw, e anche qui era chiusa e mezza diroccata). Sulla strada del ritorno si vede l'Htilominlo Pahto, interessante solo per la sua maestosità. Cena al Mi San Restaurant, subito fuori la porta di Old Bagan, forse il peggiore in cui abbiamo mangiato fin'ora, il cibo non sa di nulla ma i camerieri sono molto gentili (forse perchè sono Birmani e non Cinesi?). Pernottamento al Bagan Thande Hotel.
PS: a proposito di politica: vedrete in giro per Bagan un fuoristrada Toyota nero, immenso con i vetri oscurati. Dovrebbe essere del figlio di un generalissimo del governo Birmano. Sembra che abbia interessi commerciali nella zona (la Torre Panoramica a Nyaung U? Il Golf?)

08 agosto YANGON

Torniamo a Yangon in aereo (1 ora circa, 68$) e ci facciamo portare in hotel da un taxi (5$), il Panorama Hotel. L'hotel è un edificio di 13 piani a 5 minuti dalla Sule Paya e dietro Sule Paya Road, la hall ampia e luminosa. In generale l'hotel è ben tenuto, le stanze vecchie ma pulite: unico neo il cavalcavia che passa attaccato all'hotel, ma la camera è ai piani alti non è un grosso problema. Ci rivediamo con Frankie e organizziamo le nostre serate di Yangon. E' bello girare senza una meta fissa per la "downtown" di Yangon: L il mercato, le vie attorno alla Sule Paya, la Strand Road. Il mercato principale, Bogyoke Aung San Market (soprannominato Scott Market o Bogyo Market, si pronuncia Bugiu) è chiamato, dalla gente di Yangon, il mercato "lazzarone"perchè le bancarelle sono di commercianti ricchi, aprono tardi e chiudono presto (quelle dell'oro e delle pietre preziose iniziano a chiudere alle 13!). E' comunque molto grande e interessante, soprattutto merita una visita e un acquisto la zona delle pietre preziose e degli arazzi. Addentandosi nelle stradine che dal Bogyo Market si dirigono a sud verso il fiume, si passa da una via piena di boutique, con prezzi accessibili solo per i corrotti militari al governo e il loro entourage di parenti e amici, gli unici ad arricchirsi, alla vera Yangon: palazzi coloniali color pastello, giallo, verde, azzurro, con la facciata piena di rampicanti, colori smorti, anneriti dallo smog e scoloriti dalla muffa e dal tempo. La Sule Paya, punto di riferimento per il calcolo delle distanze in Myanmar, è ormai circondata da un nugolo di bancarelle e da due piani di negozi. Proseguendo verso il fiume, c'è il Mahabandoola Garden con il Monumento all'Indipendenza, di fronte un meraviglioso edificio rosso, con grosse crepe e piante che crescono dalle fenditure: una torre con l'orologio (fermo): è la Corte Suprema di Giustizia. Questa è la zona dei cambiavalute al mercato nero, non dovete cercarli ma saranno loro ad avvicinarsi, anzi è impossibile evitarli tanti quanti sono. Si riescono a spuntare cambi vantaggiosi, comunque non è nemmeno da prendere in considerazione di cambiare i dollari nei cambiavalute governativi, visto che il tasso di conversione è quasi 1/4 di quello corrente al mercato nero. Ceniamo al 999 Shan Noodle Restaurant, a est della Sule Paya, un locale decrepito con 5 tavoloni e la proprietaria che snocciola il rosario buddhista dietro la cassa: favolosi i tofu fritti e i noodle. Pernottamento al Panorama Hotel.

09 agosto YANGON

La Shwedagon Paya, il centro religioso Buddhista più importante del Myanmar, è uno di quei posti in cui non ti accorgi del passare del tempo, tanto sei rapito dalla bellezza, dalla maestosità e dalla pace che si respira, nonostante il brulicare di gente. Bisogna mettere in conto almeno mezza giornata per poter godere di ogni suo angolo. Accanto alla Shwedagon Paya, attraversando la strada, c'è la maha Wizaya Paya, simile alla precedente per forma esterna ma all'interno è completamente spoglia: è stata costruita con i soldi delle donazioni dei cittadini. Vicino al Bogyo Market c'è il mercato per la gente comune, il vero mercato degli abitanti di Yangon, il Theingyi Zei, più grande, con meno negozi di gioielli e di articoli di valore. Giriamo ancora per la "downtown", un quadrilatero compreso tra Bogyoke Aung San Road a nord, Shwedagon Paya Road a ovest, Merchant Streat e Strand Road a sud e Bo Aung Gyaw a est. Fate un salto all'hotel Strand, sul lungo fiume, noterete un edificio bianco, ristrutturato e tinteggiato da poco con il marciapiedi nuovo tutto intorno e berline posteggiate all'esterno, in aperto contrasto con gli edifici dalle facciate cadenti e i marciapiedi che sono delle trappole, tipici della città. Cena a Chinatown, nei quartieri a est del centro, pieno di ristorantini che fanno piatti al barbeque, passione dei Birmani. Una meraviglia e una cena meravigliosa al Win Restaurant, dove festeggiamo l'incontro con Frankie mangiando a più non posso e scolandoci 15 birre medie, l'ottima Myanmar Beer: spendiamo l'esorbitante cifra di 7 dollari! Pernottamento al Panorama Hotel.

10 agosto YANGON

Oggi sembra di aver buttato via la giornata, sarà per la pioggia che non dà tregua fino a pomeriggio tardi, sarà che il nostro programma ci porta a visitare luoghi di cui avremmo fatto volentieri a meno. Il Myanma Gems Museum, il Museo delle Gemme a nord di Yangon, può essere interessante solo per gli appassionati delle gemme e se fosse gratis, ma visti i 5 dollari spesi c'è da mangiarsi le mani. I banchettini posti al primo e secondo piano vendono gemme e sono autorizzati dal governo, ma i prodotti non sembrano di buona qualità, almeno ad un occhio profano. Meglio la qualità del Bogyo Market. Accanto al Museo c'è un edficio dove avvengono gli scambi delle gemme, questo è un pò più interessante, almeno fare un giro nel cortile esterno dove si vedono mucchi di pietre con il relativo peso e prezzo. Funziona come un'asta, vengono fatte le offerte per il lotto in questione. Molti i cinesi che acquistano la giada. Visitiamo successivamente il Museo Nazionale, 5 dollari per vedere l'emblema dello stato di conservazione del Myanmar: è desolante vedere lo strato di polvere che si accumula sui quadri, sulle sculture, sugli abiti dei modellini delle varie etnie. I bagni sono così sporchi che nemmeno un cane entrerebbe, le luci sono spente perchè rotte, un odore di muffa e di chiuso non ti abbandona in nessun punto, l'aria condizionata inesistente, gli stipiti delle finestre un cimitero di insetti. Tutto sommato, qualche spunto interessante c'è, il Trono Reale, la sala delle etnie che costituiscono il Myanmar, il modello del Palazzo del Governatore Britannico, un meraviglioso edificio coloniale abbattuto nel 1977 dalla stupida ottusità dei militari, e una libreria al piano terra dove, scavando tra i libri ammucchiati per terra e tra gli scaffali, si può fare qualche buon affare. Il monsone ci sorprende all'uscita e ci rifugiamo in un centro commerciale accanto all'Ambasciata Russa: il livello qualitativo è più alto, si incontrano ragazze russe che fanno la spesa. Ceniamo in uno di quei ristorantini caratteristici del sud- est asiatico, tavolini e sedie di plastica basse, sul marciapiedi. Norme igieniche meno di zero, ma mangiamo birmano tra i birmani, spiegandoci a gesto. Terminiamo la serata con gli amici conosciuti a Mandalay (è incredibile come conosci 2 persone a 10.000 km di distanza e le reincontri sempre durante tutto il viaggio, succede sempre e ovunque) della Val di Susa in una Tea House lungo Sule Paya Road. Pernottamento al Panorama Hotel.

11 agosto YANGON

Anche oggi è piovuto tutto il giorno ma nonostante ciò si va in giro, con i nostri ponchos comprati al Lago Inle. Una meraviglia di Yangon, a parte la Shwedagon Paya, è la Chaukhtatgyi Paya con un enorme Buddha sdraiato all'interno di un capannone: osservate gli occhi e capirete la bellezza di questa scultura. Andiamo a est di Yangon, dove dovrebbe esserci un mercato, finiamo in un quartiere fatiscente e pian piano torniamo in downtown, passando per il quartiere islamico. Parlando con la gente birmana, capiamo che gli Islamici stanno sulle palle anche a loro, anche loro sono diffidenti nei confronti di questa gente che impone le loro regole senza scendere a patti. Cena a Chinatown al Win Restaurant. Pernottamento al Panorama Hotel.


12 agosto BAGO

In meno di 2 ore di taxi e 80 km (35 $) si arriva a Bago, uno scrigno pieno di meraviglie da scoprire in un giornaa di escursione. Prendiamo la prima autostrada del Myanmar, 2 carreggiate di 3 corsie ciascuna, separate da una siepe: un casello appena fuori Yangon, lungo la strada gente che attraversa, risciò a pedali, persone che riempiono le innumerevoli buche e almeno un paio di posti di blocco della polizia. A Bago ci rechiamo al Khat Wain Kyaung, un monastero molto bello con una folla di turisti in attesa della processione delle elemosine e del successivo pranzo. Lo visitiamo velocemente e lasciamo gli altri al safari fotografico. La pagoda principale di Bago, la Shwemawdaw Paya, ricorda la Shwedagon Paya di Yangon dall'esterno, ma non è nemmeno paragonabile a questa per la bellezza, la ricchezza e la complessità dell'interno. Paghiamo 5 $ invece di 10$ a testa per l'ingresso perchè non hanno da cambiare. Seguiamo il consiglio del tassista e ci facciamo portare in un tempio dove la reliquia principale è un boa di 8 metri che vive in unaa gabbia con un monaco che raccoglie le offerte per il serpente. Niente di che Hinthagon Paya, interessante la vecchia città Mon e il palazzo reale di Bago, il Kanbawzathadi Palace: non aspettatevi niente di originale, è tutto ricostruito. Merita più il palazzo del re che quello della regina (al cu interno hann trovato casa qualche centinaio di pipistrelli). Anche a Bago c'è un enorme Buddha reclinato, il Shwethalyaung Buddha. Dopo il pranzo in un ristorante per turisti, andiamo alla Mahazedi Paya: solo gli uomini possono salire in cima al hti, da cui si ha una meravigliosa vista di Bago e di un altro enorme Buddha reclinato in costruzione in mezzo alla giungla. La Shwegugale Paya consiste in un angusto corridoio circolare con 64 statue del Buddha. Ci facciamo portare al Maha Kalyani Sima, un monastero dove avvengono le ordinazioni e dove un monaco sta parlando ad una folla, in una specie di messa. L'ultima attrattiva di Bago è la Kyaikpun Paya, 4 enormi Buddha sdraiati schiena contro schiena. Nel ritorno a Yangon, prima dell'immancabile temporale, che oggi arda ad arrivare, ci fermiano al Cimitero dei Martiri della II Guerra Mondiale. Passiamo una serata birmana con Frankie: le solite due o tre birre per aperitivo (anche qui si usa) in un bar sopra il Theingyi Zei, il mercato locale, dove i ragazzi ascoltano musica rock locale e assistono ad una sfilata di moda non autorizzata (che fotografo ma vengo allontanato). Mangiamo ancora a Chinatown. Pernottamento al Panorama Hotel.

13 agosto YANGON

Ultimo giorno a Yangon. Facciamo un salto alla Libreria Internazionale di Yangon, in Sule Paya Road, accanto al Caffè Aroma (ottimo il caffè, quasi italiano): penso che ho più libri io a casa che questa libreria. Comunque in ogni posto puoi trovare una sorpresa e qui compro una guida Lonely Planet dell'URSS del 1991. Dopo la Sule Paya, nella stessa via, c'è un grande magazzino che stride fortemente con le condizioni generali del Paese: boutique di Fendi, Dunhill, Mont Blanc. Entriamo dopo il controllo al metal detector (avviene in tutti gli hotel di lusso e nei grandi magazzini, dopo i recenti attentatia Yangon e Mandalay tra marzo e maggio 2005), non c'è anima viva se non i commessi. Accendono le vetrine per noi, fa pena vedere questa gente che si affanna per mostrarci pezzi che non ci interessano, siamo, forse, gli unici visitatori della giornata o della settimana. E' un'offesa al popolo birmano vedere una parure di gioielli a 500.000 dollari, quando il salario medio statale è di 12$, quando nel nord del Paese, non Mandalay, Bagan e Lago Inle, turistico e "ricco". Quando l'unica ricchezza è dormire con lo stomaco pieno e svegliarsi in buona salute il giorno dopo oppure trovare un medico e riuscire a pagarsi una traversata sull'Ayeyarwaddy per farsi curare a Mandalay.

Nessun commento: